Cerqueto-Pelago
18/06/2011 11:31
Sabato 18 giugno 2011 un pullman di cerquetani partirà dall'Alta Valle del Vomano, sotto il Gran Sasso, in direzione delle colline toscane, su invito dell’Associazione Culturale “La leggera”. Cerqueto incontra Pelago e le altre realtà presenti nella "Festa picchirilla", nell’ambito del festival "Pelago Onde Rotte": www.pelagoonderotte.it
Festa picchirilla
Pomeriggio, piazza “L. Ghiberti”: “Le tradizioni si presentano”
ore 15,30: poesia a braccio e saltarello di Amatrice
incontro con i poeti e suonatori di Bacugno (Alta Sabina, Lazio)
ore16,30: canti e balli di Cerqueto
incontro con gli abitanti di Cerqueto (Gran Sasso teramano, Abruzzo)
con la presentazione del libro e cd:
“Cerqueto è fatto a ferro di cavallo - L'attività di don Nicola Jobbi in un paese montano dell’Appennino centrale” a cura di Gianfranco Spitilli e Marco Magistrali
ore 17,30: stornelli a botta e risposta
incontro con Pino Pontuali e Chiara De Biagi (Maremma laziale)
e
balli della Val Varaita
incontro con gli Ubac (Val Varaita, Piemonte)
ore 18,00: quadriglia e repertori di canto pelaghesi
incontro con gli abitanti di Pelago e della Val di Sieve (Toscana)
Sera, ore 19,00: cena a base di piatti della cucina locale presso la Casa del Popolo, piazza “L. Ghiberti”
Poeti a braccio e suonatori di Bacugno (Alta Sabina, Lazio)
Nella Valle del Velino, in quella parte del reatino attraversata dalla via Salaria che s’incunea tra Umbria e Abruzzo verso le Marche, sono ancora oggi vive le tradizioni del canto a braccio e delle ciaramelle di Amatrice (zampogne zoppe del bordone). I poeti a braccio forti di una lunga e feconda scuola orale, improvvisano sia in ottava rima che in quartine e terzine con accompagnamento di ciaramella, organetto e tamburello. I suonatori eseguono tuttora le sonate tipiche dei riti nuziali e dei balli come il saltarello di Amatrice
Cerqueto è un borgo montano sul versante teramano del Gran Sasso, in alta Val Vomano dove vivono meno di un centinaio di persone. Le vie del lavoro della pastorizia transumante e della cardatura della lana hanno abituato le persone ad allontanarsi e a ricongiungersi stagionalmente. La propria cultura musicale produce ancora oggi elementi di incontro e confronto tra le generazioni. Il linguaggio della danza prende forma nelle occasioni di festa con i saltarelli e le quadriglie suonate con il ddu bbottë (organetto a due bassi) ed il vurrë vurrë (tamburo a frizione) mentre quello del canto fiorisce attraverso gli stornelli ed i riti di questua legati a momenti precisi del calendario (alle vigilie delle feste di Sant'Antonio Abate e primo Maggio)
Cantori di Pelago (Val di Sieve, Toscana)
La piazza e le viuzze adiacenti della Sciòa costituiscono il cuore di Pelago proprio perché storicamente sono i luoghi di lavoro, mercato e incontro fra i mezzadri, gli artigiani e i pigionali della zona. E' ancora limpido il ricordo di piazza Ghiberti al momento di “fa’ festa”, a fine giornata: sul lastricato restavano la sala per i fiaschi a bagno, i bulbi di giaggiolo a seccare (da spedire poi in Francia per il profumo), mucchi di lana da cardare, botti e bigonceappena fatte e morchia del frantoio delle olive. A fianco di ciò la pratica del canto e del ballo di tradizione non è mai del tutto cessata, con repertori che spaziano dai canti della transumanza nelle Maremme, agli stornelli per la raccolta delle olive, i canti della leggera delle impagliatrici di fiaschi (ma anche di boscaioli e prestatori d’opra), la poesia in ottava rima (di scrittura e di bernesco), i fattacci e le storielle da cantastorie e le serenate
Ubac (Val Varaita, Piemonte)
Nata e cresciuta nel cuore della Val Varaita (Cuneo), la formazione Ubac attinge al repertorio di musica tradizionale da ballo delle valli occitane d'Italia, con alcune influenze d'Oltralpe. Qui la tradizione popolare è molto viva, ci sono tante occasioni per danzare e cantare, e tutti partecipano, dai bambini agli anziani. Suonano organetto, ghironda, violino, percussioni, basso tuba
Pino Pontuali e Chiara De Biagi (Maremma laziale)
Pino Pontuali (organetto e voce) inizia alla fine degli Anni '70 a fare ricerca nelle campagne e nei paesi più sperduti del Lazio, raccogliendo testimonianze sui canti e le musiche tradizionali. Dai suonatori anziani acquisisce una notevole esperienza di tecnica esecutiva all’organetto e un vasto repertorio di musiche da ballo. Insieme a Chiara De Biagi (percussioni e voce) cantano stornelli, serenate, canti narrativi e da osteria
I picchirilli, i Suonatori della Leggera e i Suonatori di Turicchi (Pelago e Rufina, Toscana)
Tre formazioni di musica per il ballo che scaturiscono dall’attività sul territorio dell’Associazione Culturale La leggera, la quale svolge un lavoro decennale di ricerca e documentazione della cultura tradizionale in Val di Sieve. I tre gruppi sono costituiti da suonatori di età ed esperienze varie e differenti, tra le quali spicca la lunga carriera all'organetto e fisarmonica di Guido Tirinnanzi. Condividono e propongono i repertori per il ballo a veglia che spazia dai tresconi alle polche, valzer, le mazurche, sciòrtisse, balli-gioco e quadriglie. Gli strumenti sono: violino, mandolino, clarinetto, organetto, fisarmonica, chitarra, violoncello, trombone a tiro, basso tuba e nacchere toscane
Nasce a Pelago nel 1998, prima come gruppo parrocchiale e poi regolarmente iscritta al T.A.I. E’ formata da circa 30 componenti eterogenei per età, estrazione sociale, cultura e lavoro, che amano il teatro e uniscono le varie attitudini intellettuali, creative e manuali per un unico scopo: dar vita ad uno spettacolo. Oltre a questo è un insieme di persone che "stanno bene insieme", operano senza fini di lucro, molto spesso per beneficenza, e che "usano" il teatro come potente mezzo di aggregazione, di indubbio divertimento e accrescimento culturale ed umano. Vanta oramai un’attività più che decennale sul filo ed oltre della tradizione di teatro in vernacolo
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