Il progetto proposto, dal carattere sperimentale, si è concentrato sulla funzione e il valore dei beni culturali immateriali (pratiche e saperi), per l’importanza che occupano nella trasmissione delle conoscenze fra vecchie e nuove generazioni, e nello sviluppo sociale, culturale, economico di medio e lungo periodo. L’ipotesi di ricerca e valorizzazione si inserisce in un’area a forte rischio di spopolamento e con problemi strutturali ormai gravemente consolidati, contro i quali si cercano soluzioni che mettano in rapporto gli aspetti culturali, sociali, di relazione, come elementi fondamentali per poter immaginare e costruire un nuovo e consapevole percorso di ricrescita demografica ed economica.
L’importanza e l’antichità dei valori culturali della montagna sono il cuore del progetto, come lo è l’attenzione che si rivolge agli anziani, che di anno in anno diminuiscono lasciando un vuoto enorme di esperienze e di saperi. Vestiti d’oro, di argento e di stelle sono infatti gli anziani della montagna, i principali detentori di queste conoscenze.
Nel territorio del Comune di Fano Adriano, interessato da questo progetto “pilota” in seguito estendibile all’intero territorio della montagna teramana, è in corso da alcuni anni un’attività di valorizzazione del patrimonio immateriale, sia attraverso la ricerca di fonti storiche (archivi sonori, fotografici e audiovisivi familiari) che mediante una prima fase di ricerca sul campo con la popolazione residente, in particolare ultraottantenne (nata prima del 1932), attraverso la raccolta di testimonianze orali videoregistrate e una prima diffusione di materiali (nell’annualità 2011 si sono acquisite 34 videointerviste e ca. 500 fotografie in ambienti domestici).
La convinzione, misurata dagli effetti di alcune iniziative condotte con successo negli anni passati ma rimaste casi isolati e senza la necessaria continuità, è che un lavoro costante sulla memoria e il patrimonio immateriale, riunendo assieme vecchie e nuove generazioni, possa produrre degli effetti rilevanti sul tessuto sociale, permettendo la riappropriazione di saperi quasi dimenticati ma di estrema importanza per le comunità e le famiglie, un loro aggiornamento e ridefinizione nel contesto odierno, oltre a consolidare le relazioni e la comprensione fra le generazioni. Questa lenta ma a tratti entusiasmante “ritessitura” è in grado di creare un forte coinvolgimento, riuscendo anche, se sistematicamente protratta nel tempo, a ricostituire una fiducia che oggi manca in queste comunità, fortemente preoccupate per il loro futuro.
Accanto all’obiettivo del consolidamento interno si accompagna dunque quello della divulgazione e della diffusione all’esterno delle attività e delle ricerche, del patrimonio immateriale locale al fine di generare attenzione, movimento, interesse, circolazione di persone e di risorse; sul duplice asse interno/esterno si muove l’idea della creazione di archivi specializzati che possano fungere da luoghi di crescita, di aggregazione, di attività condivise dalle comunità ma anche di coinvolgimento di persone e realtà periodicamente ospitate.
Un uso partecipato della memoria individuale è stato stimolato all’interno di laboratori collettivi destinati prevalentemente agli anziani – che ne sono stati i protagonisti – ma pensati come luoghi di coinvolgimento intergenerazionale, aperti in particolare alle giovani generazioni. I laboratori hanno riguardato tre nuclei tematici interconnessi: 1) la memoria e le immagini a partire dai documenti fotografici del Fondo Jobbi o degli archivi familiari, su una prima base di materiali relativi all’espressione musicale, al ciclo festivo, alle persone e alle genealogie; 2) la cultura musicale e della danza, integrando registrazioni d’archivio e libera espressione della memoria; 3) la narrazione dei luoghi in relazione alla toponomastica e alle particolari designazioni che gli abitanti di Cerqueto e Fano attribuiscono ai luoghi del territorio e del loro vissuto personale e collettivo. Infine, un micro-laboratorio destinato ai giovani di Cerqueto per l’approfondimento delle tecniche di documentazione etnografica e audiovisiva, finalizzato alla prima formazione di un nuclo di ricerca locale.
Équipe 2011
Ricerche e laboratori: Giovanni Agresti, Silvia Pallini, Marco Magistrali, Stefano Saverioni, Gianfranco Spitilli
Fotografie: Gianluca Pisciaroli
Riprese video: Gianfranco Spitilli